Bambina africana guarita dall’Aids: ricerca assoluta priorità
Il web sta riportando da settimane una notizia splendida, quella della bambina africana guarita dall’Aids. Oltre alla naturale gioia di sapere salva la vita di una povera innocente, si tratta di un caso che accende una nuova luce di speranza nei malati di tutto il mondo e che dimostra che lo stato della ricerca nel mondo sia elevato essendo uno degli aspetti imprescindibili della nostra società. Lo sa bene Unicusano che da sempre ci crede e da sempre applica questo credo in ogni suo aspetto. L’idea di fornirvi una guida su questo tema è duplice: vogliamo mostrarvi più da dentro questo mondo accademico unico nel suo genere ma anche mostrarvi le opportunità che avete circa la vostra formazione per diventare ricercatori scientifici. L’attualità viene sempre a supporto della cultura. Se una bambina sudafricana è riuscita a sconfiggere l’Aids, diventando il terzo caso al mondo di minore a contrastare l’azione del virus Hiv grazie ad una cura di dieci mesi effettuata nel primo anno di vita, vuol dire che i soldi e le risorse umane impiegate in tal senso valgono oro. Cerchiamo di entrare di più nell’argomento e nelle sue contestualizzazioni inerenti anche il vostro futuro. Buona lettura e buon viaggio.
Una bambina africana è guarita dall’Aids. Ne parla tutto il mondo perché, in assoluto, è il terzo caso di essere umano che sconfigge l’Hiv per merito di una cura di dieci mesi effettuata nel primo anno di vita. Ora la bimba si trova in una fase di remissione di lungo termine che, tradotto, significa che il virus risulta inattivo. Tecnicamente è stato un iter clinico fondato su un cocktail di farmaci anti-retrovirali assunto il quale per 12 mesi la piccola non ha più preso medicinali per i successivi nove anni pur godendo di ottima salute.
E’ una bellissima storia di ricerca e di talento medico. L’Istituto Nazionale di Malattie Infettive, che ha finanziato lo studio, dichiara per bocca del suo Direttore Anthony Fauci:”Questo nuovo caso rafforza le nostre speranze che il trattamento dei bambini affetti da Hiv per un breve periodo all’inizio dell’infanzia possa superare l’ostacolo di una terapia che duri tutta la vita”.
Ci sono state smentite sulla guarigione della bimba dall’Aids in rete. Esiste, infatti, un piccolo gruppo di persone (meno dell’1%) che hanno contratto il virus che hanno le capacità di fermare autonomamente la replicazione. Gli specialisti li chiamano “l’élite dei controllori” e non sanno spiegare quale sia il meccanismo che consente questo prodigio. La bambina, però, ufficialmente non fa parte di questo gruppo spazzando via dal tavolo le accuse di chi non vuol dare ai ricercatori il merito di questa conquista.
La verità assoluta è che il virus c’è ma è troppo debole per colpire. Questa cura, infatti, per ora non è in grado di smantellarlo del tutto tanto che il paziente continua ad ospitare l’Hiv nel suo sistema.
L’occasione che questa storia offre è di sottolineare come la nostra università investa in chi cerca cure per il mondo per migliorare la vita di tutti noi. Ecco qualche macro-considerazione.
L’importanza della ricerca presso Unicusano
Per capire l’importanza della ricerca presso Unicusano è bene stabilire delle premesse. La prima e più importante è che i fondi che questa università muove in questa direzione sono tutti improntati a creare le opportunità di svolgere un lavoro libero ed autonomamente gestito dai soggetti responsabili. Un’altra premessa importante da conoscere sulle regole della ricerca presso l’università Niccolò Cusano è che ogni singola attività sfocia nella pubblicazione dei risultati ottenuti attraverso la predisposizione di monografie refertate e/o articoli sulle più importanti riviste sia a livello nazionale che internazionale secondo la terza missione dell’ateneo che consiste nella comunicazione del sapere al grande pubblico.
Anche l’organizzazione di convegni universitari fa parte della volontà di dare ai ricercatori tutti i supporti necessari per avere visibilità e onori della cronaca, non per vana gloria ma per aprire nuove opportunità di finanziamenti italiani ed esteri.
Al momento il più importante tra i risultati della ricerca Unicusano risale all’aprile del 2012, data da cui la Fondazione sostiene e finanzia l’attività di Ricerca dell’Ospedale Bambino Gesù sulla sindrome del QT Lungo (LQTS). Si tratta di una patologia aritmogena su base genetica che si basa sul prolungamento sull’elettrocardiogramma dell’intervallo QT (ripolarizzazione ventricolare) e può generare aritmie potenzialmente letali. Quattordici sono i geni coinvolti nella malattia scoperti fino ad oggi ma l’obiettivo è quello di arrivare alla sua cura definitiva.
La Ternana Calcio squadra della ricerca
Un primo grande passaggio in grado di far capire molto sul tema è il connubio tra sport e sensibilizzazione scientifica. Il Patron Stefano Bandecchi crede fortemente nel ruolo educativo che il calcio può avere su tutti ma, soprattutto, sui giovani da sempre “pubblico” a lui affine come dimostrano i successi del suo Ateneo. Per questa ragione si è impegnato con l’Unicusano Fondi prima ed ora con la Ternana Calcio a farne squadra della ricerca.
Significa che l’enorme visibilità che lo sport nazionale dona agli atleti che lo praticano può e deve essere messa a disposizione di fini alti, gli stessi che persegue la Fondazione Niccolò Cusano, attiva già dal 2011 quando si impegnò nella realizzazione di un centro di Day Hospital per la valutazione motoria e cognitiva nella Sindrome di Rett.
Ora che arriva il palcoscenico della Serie B, la nostra realtà non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro ma, anzi, vuole cavalcare l’onda nel modo giusto per far sì che la storia della bambina africana guarita dall’Aids non sia più una rarità. E il buongiorno si vede dal mattino.
L’impegno sociale dell’Unicusano Ternana si vede ovunque. Lo dimostra il suo scendere in campo dello scorso 21 luglio quando, a San Benedetto, è stata protagonista dell’evento “Calcio in piazza”, in collaborazione con il Comune di Norcia e con la Bianconi Ospitalità. Di cosa s’è trattato? Del fatto che, sulla piazza fortemente deturpata lo scorso 30 ottobre dal terremoto, si sono tenute una serie di partite a campo ridotto tra i calciatori rossoverdi e i bambini delle scuole calcio locali (nello specifico Norcia 480 e Polisportiva città di Norcia). In questo caso l’obiettivo era la voglia di far capire, in tempi rapidi, alla pubblica opinione della necessità di un rapido ritorno alla normalità per la gente di Norcia, da perseguire anche attraverso l’attività sportiva.
Si capisce però che quella che ormai la stampa definisce “la squadra della ricerca scientifica italiana” sia un nuovo valido alleato per combattere l’oblio e l’ignoranza che nei decenni passati ha tolto sempre più possibilità ai ricercatori e, di conseguenza, al nostro futuro.
L’offerta dei master di area medico sanitaria
E’ molto ricca l’offerta dei master. Quella di area medico sanitaria ancor di più. Non potete sperare di ottenere nuovi risultati senza puntare ad avere una specializzazione che vada ben oltre quel che avete imparato nel corso dei vostri studi di laurea. Il mondo occidentale non vuole tuttologi in nessun settore, figuriamoci in uno così delicato che tratta le vite umane.
Il bouquet dei master si amplia ogni giorno perché si lega all’attualità con l’idea che solo così si può dare al mercato del lavoro una novità costante nel mondo delle nuove professioni emergenti. Il consiglio è di leggere la pagina precipua con costanza per non perdervi cose che potrebbero davvero interessarvi.
Nel rispetto di quanto appena detto, ci limitiamo a segnalarvi qualche uscita del momento per farvi capire, grazie a questi corsi di specializzazione post laurea legati alla ricerca, quanto vario sia l’excursus che potrete fare nel decidere quali armi darvi per combattere la battaglia.
Spiccano per iscrizioni e gradimento di pubblico questi tre titoli che, seppur molto diversi tra loro, dimostrano quanto lontano possa andare la vostra preparazione che, unita al vostra talento, può trasformarsi in un concreto aiuto alla salute futura degli italiani e, più in generale, degli europei: “Master I Livello in Area critica ed emergenza sanitaria“, “Master I Livello in Strumenti innovativi e professione sanitaria. Da Panacea a Igea: la relazione di aiuto una ridefinizione del Burnout” e “Master I Livello in Educatore dei servizi per la prima infanzia“.
I cervelli in fuga
Tutto questo discorso spiega come si sia sviluppato l’humus economico e culturale del fenomeno dei cervelli in fuga. Chi vuole fare ricerca in Italia deve scappare. Questo era il credo fino a poco tempo fa ma, come state constatando da queste righe, le cose stanno cambiando ed anche velocemente. Per questa ragione vi invitiamo a valutare anche i precisi strumenti di Unicusano per farvi entrare nel mercato del lavoro dall’Italia.
Durante gli studi non perderete tempo e colpi grazie al supporto del tutor e, alla conclusione dei corsi di laurea, potrete monetizzare al massimo le vostre fatiche dandovi un’ulteriore formazione col servizio dello “Stage & Job Opportunties”. Imparerete a scrivere per bene ed in modo accattivante i vostri curricula vitae ma anche a superare a testa alta i colloqui di lavoro. Saprete anche come selezionare le offerte di stage buone, mettendo via quelle poco serie o comunque prive di reali sbocchi di lavoro.
Infine l’operato della Fondazione Niccolò Cusano ed i suoi canali divulgativi come il Focus allegato al Corriere dello Sport, le trasmissioni come “Genetica Oggi” di Radio Cusano Campus e gli articoli della testata online dell’università Tag24 sono strade che non potete non valutare nella loro pienezza.
Ora che abbiamo “usato” la storia della bambina africana guarita dall’Aids per parlare di ricerca in Italia e nel mondo e di come essa sia gestita da Unicusano, vi consigliamo di diventare ancora più esperti sul tema andando in rete e, più nello specifico, leggendo altre informazioni tra le righe degli articoli che con costanza mettiamo nel nostro blog accademico di Imperia ma anche tra le righe delle risposte ai quesiti che ci arriveranno attraverso il nostro form informativo.