Cos’è la digitalizzazione della pubblica amministrazione: a che punto siamo

La digitalizzazione della pubblica amministrazione è un processo in atto da qualche anno che coinvolge tantissime realtà, dalle regioni ai comuni, dalle province alle scuole fino agli enti pubblici come l’INPS.

Ma cosa si intende esattamente per digitalizzazione delle PA? Sotto questa denominazione sono incluse tante attività diverse che dovrebbero favorire il passaggio definitivo dall’analogico al digitale dell’amministrazione pubblica. Tra le misure ci sono la cyber security, la banda larga, la gestione dei servizi al cittadino tramite piattaforme online e i piani di investimento per rendere più competitiva e digitale l’Italia (Piano Industria 4.0 promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico).

Per il momento il cammino è ancora lungo, stando almeno ai dati del DESI (Digital Economy and Society Index). Si tratta di un indice creato dalla Commissione Europea che serve a misurare il grado di digitalizzazione dei paesi appartenenti alla Comunità secondo parametri come la connettività, l’uso di internet e il numero di servizi pubblici digitali offerti ai cittadini.

Ebbene, l’Italia è risultata tra gli ultimi quattro paesi in base ai dati diffusi nel 2018. Siamo avanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania e siamo decisamente lontani dai  paesi più digitalizzati tra cui Francia, Regno Unito e Germania. Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione è dunque solo all’inizio. 

La digitalizzazione della pubblica amministrazione: le misure da attuare

Nel 2017 è stato ratificato il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, frutto della collaborazione tra l’AgiD (Agenzia per l’Italia Digitale) e il team per la Trasformazione digitale.  Il piano include tutte le misure che dovranno essere adottate per favorire il processo di digitalizzazione delle PA, che ha comunque come obiettivi primari la razionalizzazione della spesa pubblica e il miglioramento dei servizi offerti sia ai cittadini che alle imprese.

Per raggiungere questi risultati sono incluse misure come:

  • PagoPa – sistema di digitalizzazione dei pagamenti diretti alle amministrazioni pubbliche da parte di cittadini privati e società
  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per l’accesso a tutti i servizi pubblici online tramite un’unica identità digitale
  • ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), database della popolazione residente sul territorio italiano. Fino a ora l’ANPR è stato testato solo in 800 comuni
  • BUL (Piano Banda Ultra Larga), azioni di potenziamento della banda larga
  • unificazione delle Banche dati delle PA
  • dematerializzazione dei documenti con completo superamento del supporto cartaceo

Per poter mettere in atto tutte queste misure e favorire davvero il completamento del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione sono necessari finanziamenti importanti. A inizio 2019 è stato lanciato il piano Smarter Italy con uno stanziamento di 50 milioni di euro. Grazie a questi finanziamenti, si dovrebbe procedere al completamento e all’avvio di una ulteriore serie di trasformazioni digitali tra cui: 

  • cloud computing
  • nascita delle infrastrutture per la conservazione dei documenti
  • attuazione in tutta Italia del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) per consentire al cittadino la conoscenze e la consultazione semplificata della propria storia sanitaria. Il FSE è uno dei pilastri del concetto di Sanità digitale. Dovrebbe coprire, infatti, tutto l’arco della vita sanitaria di un uomo/donna ed essere utilizzato dagli operatori sanitari per migliorare la prevenzione, la diagnosi e la cura dei cittadini.
  • realizzazione dei PSN, Poli Strategici Nazionali, necessari per l’attivazione dei servizi digitali ancora mancanti

Digitalizzazione PA: come orientarsi tra fatturazioni elettroniche e nuovi modelli di lavoro

Il processo è complesso e include tante conoscenze, come gli obblighi di tutela della privacy. I cambiamenti messi in atto necessitano di dipendenti della pubblica amministrazione preparati e in grado di utilizzare i nuovi strumenti e di figure professionali coinvolte come consulenti o come operatori attivi del cambiamento.

Per avere un ruolo nell’importante processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione puoi seguire il Master II Livello in Digital leadership in Government & Public Sector organizzato dall’Università Nicolò Cusano e rivolto a dipendenti pubblici, studenti e professionisti come gli avvocati.

Il master ti fornirà gli strumenti indispensabili per assolvere alle nuove mansioni imposte dalla digitalizzazione.

Una delle novità del processo introdotta nel 2019, per esempio, è la fatturazione elettronica: l’innovativo sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture. Si tratta di una delle misure incluse nel piano di dematerializzazione dei documenti previsto dalla digitalizzazione delle PA. L’obiettivo della fatturazione elettronica è consentire l’abbandono della carta in favore di documenti in formato XML.

A essere coinvolti nella fatturazione elettronica sono i fornitori, il Sistema di interscambio nazionale (Sdl) e la pubblica amministrazione. Quest’ultima fornisce il codice univoco che va riportato sulla fattura elettronica insieme alla Partita IVA, all’indirizzo, alla data del documento e a tutti i dati rilevanti ai fini fiscali.

Si tratta di una misura adottata per ridurre i costi di stampa e spedizione, per scongiurare gli errori del data entry manuale e per evitare falsi e duplicazioni. Non solo, la scelta della fattura elettronica servirà a combattere l’evasione fiscale in quanto consente i controlli in tempo reale sull’IVA dichiarata e l’IVA versata. In questo modo, le autorità competenti potranno bloccare più velocemente le operazioni sospette.


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