Job Sharing: definizione e caratteristiche
Vuoi approfondire il job sharing e saperne di più? Si tratta di una formula di lavoro subordinato nata negli Stati Uniti negli anni ’60 e diffusasi anche in Italia. Consiste in un contratto di lavoro stipulato da un datore di lavoro con due lavoratori, che si suddividono le mansioni da svolgere.
Purtroppo nonostante i vantaggi, il job sharing è stato abrogato in Italia con il Decreto Legislativo numero 81 del 15 giugno del 2015. Scopri insieme a noi di cosa si trattava e come poteva essere applicato.
Job sharing e part time: sono la stessa cosa?
Per job sharing si intende un unico contratto che include due lavoratori, i quali si dividono compiti e orario di lavoro.
Spesso questa formula viene confusa con il lavoro part time. In realtà, il lavoro ripartito o job sharing non è assimilabile a quello part time. Si tratta, infatti, di due modalità completamente diverse.
I due lavoratori coinvolti hanno la possibilità di decidere in autonomia come organizzare le proprie giornate, rispettando sia un vincolo di reciproca solidarietà che i termini stabiliti con il datore di lavoro.
Secondo le disposizioni, infatti, i lavoratori in job sharing potevano:
- decidere discrezionalmente eventuali sostituzioni tra di loro
- modificare l’orario di lavoro previo accordo tra di loro
- stabilire una suddivisione del lavoro verticale (una settimana, un mese o un anno per ciascun lavoratore) oppure orizzontale (entrambi i lavoratori si suddividono le stesse giornate lavorative)
Ovviamente, i lavoratori erano anche tenuti a informare il datore di lavoro in caso di eventuali cambiamenti di orario, apportati alla loro tabella settimanale.
L’azienda considerava i due come un’unica unità lavorativa, prevedendo per ciascuno lo stesso trattamento sia retributivo che previdenziale.
Questo significava che in caso di dimissioni o di licenziamento di uno dei due, il contratto veniva automaticamente considerato estinto. Il datore di lavoro, però, poteva chiedere al lavoratore non licenziato/dimesso di proseguire con il lavoro. A quest’ultimo spettava la libera decisione di continuare o meno.
Job sharing: vantaggi
La formula del job sharing consentiva all’azienda di ottenere una maggiore produttività, evitando il fenomeno dell’assenteismo.
In realtà, presentava molte note positive anche per i lavoratori, che potevano organizzare meglio la loro giornata e dedicarsi alla famiglia o ad altre attività.
Certo, i due lavoratori coinvolti dovevano avere necessariamente un rapporto di grande fiducia reciproca. La suddivisione del lavoro nei termini descritti presupponeva, infatti, che i due fossero molto solidali, rispettosi e attenti l’uno alle esigenze dell’altro.