Politica fiscale restrittiva: definizione e caratteristiche

Politica fiscale restrittiva? Tra le principali materie di macro-economia questa è piuttosto densa. Va a toccare l’interesse della collettività che, da sempre, si confronta con le tasse che possono, a seconda del livello in cui sono impostate, aiutare o strozzare lo sviluppo economico di molte realtà e di molti privati.

Comprendere lo scopo della politica fiscale restrittiva che persiste in Italia ti offre l’opportunità di muoverti bene nel mondo finanziario e ti trasforma in un cittadino più consapevole, capace di votare con la certezza di sapere le mosse che si stanno concludendo sulle nostre teste.

Tutto parte dalla definizione di Reddito Nazionale Lordo, o RNL, che è “tutto ciò che è prima prodotto e poi venduto nell’economia di un paese. Tale reddito deve essere distribuito tra i vari fattori che hanno concorso alla produzione dei beni e servizi prodotti e venduti”. Ora entriamo nel vivo del tema. Buona lettura.

Politica fiscale restrittiva? Si tratta di una “diminuzione degli interventi pubblici a sostegno della domanda aggregata, che è l’insieme della spesa di consumi e investimenti operati da famiglie, imprese e settore pubblico”. Il suo scopo è “contenere la crescita eccessiva della domanda e dell’inflazione dei prezzi” o, come sta accadendo in questi anni, come mossa di austerity, per diminuire il disavanzo del bilancio pubblico.

Chi decide la politica fiscale restrittiva

Quali sono i soggetti che hanno peso in questa precisa azione sul paese? Sono 4 e sono i seguenti:

  • Governo, attraverso la legge finanziaria o di stabilità e la legge di bilancio;
  • Parlamento, attraverso l’approvazione o meno delle suddette leggi;
  • Ministero dell’Economia, attraverso la decisioni di quali misure fiscali adottare;
  • altri enti pubblici, come ad esempio regioni, comuni e province.

Quali scopi ha la politica fiscale restrittiva

Perché questi 4 soggetti operano in modo concertato su questi binari. Queste sono le (alte) ragioni.

Ridurre il deficit

Allo scopo di avvicinarsi al pareggio di bilancio si devono operare forti tagli della spesa pubblica (detti “spending review”) e/o aumenti di tasse e imposte. Si tratta della famosa austerity imposta dall’UE all’Italia e non solo all’Italia.

Sostenere una crescita economica sostenuta

Il ragionamento è quasi lapalissiano. Se c’è crescita economica, cresce il PIL (prodotto interno lordo). Di conseguenza cresce anche il denominatore del rapporto debito/PIL. Qualora il PIL cresca più del debito, e quindi il denominatore cresca più del numeratore, il rapporto debito/PIL va giù.

Fare una politica monetaria espansiva

Perché è un ottimo modo per ridurre i tassi sui titoli di stato e quindi il deficit di bilancio costa meno. Non solo. Una simile azione consente anche ai consumi di aumentare e agli investimenti privati di crescere, dando modo di crescere al PIL e al RNL, ad effetto domino.

Convertire il debito

La definizione di conversione del debito vuol dire “sostituire titoli di debito pubblico con un certo tasso d’interesse con titoli che hanno un tasso di rendimento minore”. Di base, si tratta di trasformare titoli con una scadenza a breve termine in titoli con una scadenza a più lungo termine.

Tanta roba dietro questa politica fiscale restrittiva. Tanta roba che potresti studiare attraverso i master di area economica dell’università Niccolò Cusano.

Spulciati l’offerta in tal senso, perché è sempre aggiornato con nuovi corsi post laurea specialistici e perché si tratta di un investimento intelligente sul tuo futuro nel mondo del lavoro.

Un esempio?  Il master di primo livello in “Political Marketing” le cui materie ti faranno capire la cura con cui vengono creati ed erogati questi corsi e che si possono sintetizzare in questo specchietto informativo qua:

  • Il sistema politico e i mass media;
  • Il marketing politico-elettorale;
  • La comunicazione nella campagna elettorale;
  • Web e Social media per la politica;
  • Gestione della campagna elettorale;
  • Organizzazione di eventi;
  • Ufficio stampa politico e/o istituzionale;
  • Tecniche di public speaking;
  • Conferenza stampa;
  • Tecniche di fundraising.

Economia chiusa

Tutto questo discorso sulla politica fiscale restrittiva, si collega al concetto di economia chiusa che è un “sistema economico in cui non si effettuano scambi commerciali con altri paesi”.

Va detto che, nel mondo reale lontano dai libri, non ci sono economie che sono completamente chiuse. Si tratta solo di un concetto base di economia pubblica che si contrappone a quello di economia aperta e che si usa per studiare le variazioni di alcune grandezze economiche non tenendo conto dell’influenza di fattori esterni.

*** Visto che in qualche modo si parla di produttività di un paese, forse, tornando allo specifico della tua realtà, ti interessa anche questo articolo su come essere produttivi negli studi ***

 

Non pretendiamo che tu possa capire in toto il funzionamento della politica fiscale restrittiva da un solo articolo ma questa è una buona partenza.

Poi starà a te approfondire coi giusti corsi di laurea ma anche prendendo tutte le informazioni che ti servono leggendo i nostri articoli che pubblichiamo sul blog accademico di Imperia oppure utilizzando il form informativo.


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